giovedì 19 novembre 2015

I PIANETI DEL SISTEMA SOLARE: MARTE - ricerca di Scienze



Ricerca di: Azzurra, Lucrezia e Michela
                                        
Marte ha da sempre attirato l’attenzione dell’uomo perché è il pianeta a noi più vicino e perché assomiglia sia alla Terra sia alla Luna. La sua superficie è rossa, per la presenza di minerali ferrosi, e un tempo, oltre quattro miliardi di anni fa, c’era acqua allo stato liquido. Oggi le sonde inviate su Marte raccontano agli astronomi di una realtà ben diversa, inadatta a ospitare esseri viventi, come invece si credeva un tempo.                           
Come è fatto il pianeta rosso                                                                                                        
Marte è il quarto pianeta del Sistema Solare, in ordine di crescente distanza dal Sole: segue infatti Mercurio, Venere e la Terra stessa. Paragonato alla Terra, Marte è piuttosto piccolo: il suo diametro all’equatore è di 6.787 km, circa la metà di quello terrestre. L’orbita di Marte intorno al Sole è ellittica con distanza media di 228 milioni di chilometri. Per percorrere la sua orbita Marte impiega circa due anni, cioè 687 giorni. Il periodo di rotazione marziano, e cioè il giorno marziano, è invece assai vicino a quello terrestre: dura infatti 24h 379 220. L’asse attorno al quale ruota Marte è inclinato rispetto al Sole all’incirca come l’asse terrestre, quindi la successione delle stagioni su Marte, benché queste siano leggermente più lunghe, assomiglia a quella sulla Terra.
Visto che Marte è molto più piccolo della Terra, quando si è formato si è raffreddato molto rapidamente. I minerali ferrosi non hanno fatto in tempo a precipitare nel nucleo del pianeta, ma sono rimasti sulla superficie in percentuale superiore a quanto è avvenuto sulla Terra: col tempo, a contatto con l’ossigeno e con il vapore acqueo presente nell’aria, si sono ossidati, diventando rossi. Insomma, potremmo dire che Marte è un pianeta ‘arrugginito’.
Intorno a Marte girano due piccole lune, Phobos e Deimos, scoperte nel 1877.


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